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Gramigna – L’orto delle donne

Dal 2020

Bio in breve: Gramigna nasce nel settembre 2020 tra le campagne di Noci (in provincia di Bari) grazie alla collaborazione tra il centro antiviolenza Andromeda e il progetto Infestante Agricoltura Biologica, con l’obiettivo di realizzare un orto sociale dedicato alle donne. Viene a crearsi dunque in piena pandemia SARS-CoV-2 con il nostro intento di rileggere la crisi sociosanitaria e poi rispondere ad essa con un approccio ecologista e femminista. In questo progetto siamo partit dall’assunto di base che da sempre sono le donne – di tutte le estrazioni sociali, gli orientamenti sessuali e religiosi, le provenienze territoriali e le condizioni di salute – a subire maggiormente le conseguenze del cambiamento climatico, dei disastri ambientali e delle epidemie.

Femminista perché: Gramigna è un progetto ecofemminista. Il pensiero e la pratica ecofemminista si oppongono a tutti i tipi di violenza, oppressione e dominio sulle donne e su ogni forma di vita. L’ecofemminismo ritiene che esse siano interdipendenti e generate da un’unica causa: il patriarcato capitalista. Il patriarcato prima e il capitalismo poi si fondano sulla creazione di binarismi e gerarchie per garantire il proprio dominio sullo sfruttamento di risorse umane e ambientali. Questo sistema ha equiparato la donna e la natura e le ha collocate all’opposto e al di sotto dell’uomo e della cultura. Donna e natura sono accomunate da forme di dominio e sfruttamento perché in entrambe risiedono i cicli di vita/morte/vita che il patriarcato capitalista cerca di controllare esasperatamente. Noi del gruppo Gramigna sentiamo il bisogno di accogliere i cicli di vita/morte/vita e valorizzare i limiti, la transitorietà e l’unicità di ogni esistenza. Per poter dare alle donne e alla natura, dentro e fuori da noi, un posto che vada oltre i binarismi e le gerarchie. Per noi la natura è la forza generatrice e distruttrice che ci rispecchia in quanto esseri viventi e ci invita ad agire nel rispetto della nostra ciclicità e delle nostre, spesso imprevedibili, interconnessioni. Per questo ci incontriamo regolarmente per prenderci cura dell’orto con pratiche sostenibili. Creiamo un’esperienza di gruppo. Adattiamo il lavoro ai ritmi, alle risorse e ai bisogni di ciascun. Perseguiamo un obiettivo comune con mezzi comuni consapevoli che il gruppo è più della somma delle sue parti. Come quando si va in montagna e si va al passo di chi che è più lent. Ci ritagliamo momenti di riposo, durante i quali condividiamo cibo, storie e sorrisi. Raccogliamo i prodotti dell’orto e li distribuiamo regolarmente a donne accolte da CAV e alle volontarie stesse. Allarghiamo il raggio delle nostre azioni condividendo prodotti e racconti con le famiglie e amic nella nostra quotidianità. Questo contribuisce a farci sentire protagonist del benessere e della salute nostri e di chi ci sta intorno. Partecipiamo insieme, suddividendo i compiti e sostenendoci a vicenda impegnandoci per un processo decisionale orizzontale e condiviso. Affianchiamo alla pratica lo studio e l’approfondimento delle tematiche ecofemministe per attingere a un’eredità di significati da utilizzare come bussola e valore aggiuntivo per le nostre azioni. Promuoviamo iniziative ed incontri per divulgare la nostra esperienza e il pensiero al quale ci riferiamo.

Grida di gioia: Le radici devono avere fiducia nei fiori!

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Segnalazione a cura di Gramigna – L’orto delle donne

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